Articolo dell'Avv.Luigi Grillo pubblicato in Partner 24ORE Avvocati il 5.7.2021 e sul numero 36 di Luglio 2021 della rivista "Abitare Oggi" dal titolo "Una possibile evoluzione della locazione turistica"
UNA POSSIBILE EVOLUZIONE DELLA LOCAZIONE TURISTICA
Lo scopo di questa pubblicazione è riuscire a comprendere in che modo quello della locazione breve con finalità turistiche, che già oggi può ritenersi un settore del mercato turistico in grossa evoluzione e molto trainante, possa ottenere un deciso decollo, un valido sviluppo che si ritiene sia quello che passa attraverso un affrancamento dalle grosse piattaforme telematiche internazionali di prenotazioni turistiche quali Booking, Airbnb, Edreams, Expedia, Tripadvisor etc.etc., multinazionali che però, in quanto dei veri colossi, sono in grado di condizionare fortemente l’attuale mercato, le cosiddette OTA (Online Travel Agencies) che arrivano a richiedere commissioni per il servizio reso, invero, da giudicare decisamente eccessive, se si considera che giungono sino al 35% del prezzo della prenotazione.
Alzi la mano chi non ha almeno una volta utilizzato uno di questi portali per prenotare alberghi, appartamenti o voli. Sono comodi, a portata di mouse e immediati. Sono inoltre aperti 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno. E forniscono, in molti casi, valutazioni e opinioni condivise dagli utenti sulla qualità di hotel, b&b, ristoranti, campeggi.
Un mercato verso i 2mila miliardi di dollari nel 2026
È per questo che sono diventati, nel giro di pochi anni, dei colossi del mercato del turismo. Il loro mercato potrebbe sfiorare i 2mila miliardi di dollari nel 2026. E i loro nomi sono noti ormai in tutto il mondo. Meno conosciuto, però, è il loro funzionamento. Un’inchiesta del mensile francese Alternatives Economiques, già alcuni anni fa, si era concentrata sui due principali attori del comparto: Expedia e Booking.
In termini tecnici, si chiamano OTA, come detto, i cui sistemi di prenotazione possono basarsi su due modelli. Il primo è quello che prevede che la OTA rappresenti un intermediario tra un hotel e un cliente. La piattaforma pubblica perciò sul proprio sito le offerte, fungendo da “vetrina”. E quando una camera viene prenotata, chiede una commissione all’esercente. Di norma tra il 18 ed il 25%.
Ma si è sentito parlare di cifre anche più alte. Chi paga di più, infatti, ottiene maggiore visibilità sui portali. Ma quando si arriva a certi livelli non si tratta di collaborazioni: è un cappio attorno al collo degli albergatori. Di fatto, gli esercenti si dicono costretti a firmare i contratti con le agenzie online. Ciò dal momento che esse controllano una parte enorme del mercato. Impossibile, perciò, non essere presenti sui loro siti internet.
Su Booking 1.5 milioni di notti prenotate ogni giorno
Booking, ad esempio, afferma di essere in grado di offrire oltre 28 milioni di possibili alloggi in 151mila destinazioni. Disseminate in 227 nazioni. Il portale è disponibile inoltre in 40 lingue. E ogni giorno sono 1,5 milioni le notti prenotate sulla piattaforma. Le OTA investono soltanto in pubblicità su Google cifre che i piccoli albergatori non potrebbero mai neanche sognarsi di spendere: come fanno a competere?
Il secondo modello prevede invece l’acquisto in anticipo da parte della OTA di un certo quantitativo di notti, ad esempio in un albergo. Versando una quota del prezzo finale (spesso il 75%) all’esercente. Il resto rappresenta il guadagno dell’agenzia online. A tutti vengono inoltre imposti numerosi vincoli. A lungo, ad esempio, è stata applicata la “rate parity”. Ovvero il divieto di proporre prezzi diversi da quelli presenti sul sito dell’agenzia online.
Per i piccoli albergatori un danno da miliardi di euro
Il danno per i piccoli albergatori è rilevante: per la stragrande maggioranza dei turisti cercare su Booking è automatico. Per cui anche chi applica la “disparity rate”, offrendo un prezzo più basso a chi si rivolge direttamente alla struttura, non riesce a raggiungere la clientela. Eppure quest’ultima sui siti degli hotel risparmierebbe. E non perderebbe neppure la comodità di poter prenotare ad ogni ora del giorno e della notte. Ci vorrebbe una campagna informativa: con gli hotel sta accadendo esattamente ciò che vediamo ogni giorno con Amazon e i piccoli commercianti.
Va detto che, in cambio, gli albergatori guadagnano un bacino di potenziali clienti immenso. Ma il danno è nell’ordine dei miliardi di euro a livello europeo. Il problema è che tutti sembrano aver paura di schierarsi contro la cosiddetta new economy. Che di “new”, in realtà, ha pochissimo: non è altro che la vecchia intermediazione applicata attraverso il web. Dunque con una forza enorme. In Italia, allo stato attuale, nessuno ha fatto ancora qualcosa per aiutare i piccoli albergatori, i più colpiti da queste multinazionali gigantesche e potentissime.
La disintermediazione
Noi, alla luce di quanto sovraesposto, ci riteniamo sostenitori della disintermediazione totale, cioè siamo quelli che ritengono possibile emanciparsi da OTA e metasearch.
Come è possibile disintermediare dalle OTA?
Grazie alle opportunità offerte dalle ultime novità tecnologiche, con una app di digital concierge.
Ma, vediamo bene il reale funzionamento: l’ospite giunto alla struttura ricettiva turistica grazie ai canali tradizionali e preminenti, le cosiddette OTA, può ri-prenotare la struttura stessa direttamente da una app personalizzata che il gestore gli regala, invitandola a scaricarla sul suo smartphone, che con un click lo collega al booking engine.
In questo modo si riesce a fidelizzare immediatamente il cliente soddisfatto che ha appena soggiornato nella struttura turistica e che sa già di dover tornare. Ad esempio, perché è un cliente business che viaggia più volte all’anno o una persona che periodicamente deve far visita a famiglia e amici.
Detta tecnologia, però, non aiuta solo a disintermediare, ma è anche una app per bed & breakfast, strutture extralberghiere e hotel che supporta l’host nell’assistenza al cliente e nella gestione della struttura. Il suo costo può essere costituito da un abbonamento proporzionale al numero di camere/appartamenti, nel senso che più piccola è la struttura e meno paga.
Ma, inoltre, una tecnologia del genere può permettere anche di aumentare i guadagni, perché fa incassare una commissione ogni volta che l’ospite acquista un servizio esterno sull’app personalizzata. La commissione potrebbe, ragionevolmente, oscillare dal 2% al 10% su quanto speso dal guest a seconda del servizio acquistato: ad esempio noleggio macchina, transfer privati, tour ed esperienze.
Una tecnologia del genere, indubbiamente, riesce a diventare il vero assistente di viaggio personale di ogni viaggiatore e fa permettere agli esercizi ricettivi di tornare a ricoprire il ruolo chiave nella gestione del cliente.
In Italia una start-up innovativa del genere esiste, ma stenta a decollare, atteso che il predominio delle OTA è evidente, perché trattasi di colossi che, detenendo una sorta di monopolio del mercato delle prenotazioni turistiche, sono in grado di condizionare fortemente lo sviluppo delle economie locali che siano a vocazione turistica, invero deprimendole e ciò, a ben vedere e riflettere non consente una razionale ed equa crescita dell’economia in generale.
A ben vedere, per poter operare una rivoluzione del genere, occorrerebbe un tavolo di concertazione coinvolgente le migliori professionalità che sia tale da riuscire a pianificare e creare un progetto convincente e che sia in grado di stimolare le imprese ad investimenti nel settore. E ciò avverrebbe in un paese quale l’Italia che possiede una grossa fetta del patrimonio culturale, artistico e naturalistico del mondo.
Una possibile evoluzione della locazione turistica
Come detto in premessa, questa pubblicazione vuole essere coraggiosa, pur partendo da una constatazione evidente: il mercato delle locazioni, cioè quello diverso dalle locazioni brevi, vive, per gli effetti di un’economia che stenta a decollare, uno dei periodi di più profonda crisi, uno dei periodi più bui e si pensi soprattutto, non solo alle locazioni abitative ordinarie, transitorie e per studenti che, tuttavia, grazie al rinnovo degli Accordi Territoriali per la stipula dei contratti di locazione a canone concordato, sta vivendo un periodo di relativa crescita e stabilità, ma al mercato delle locazioni di uso diverso, in particolare quello commerciale.
Tuttavia, ora come ora, è decisamente il momento di puntare ad un effettivo sviluppo di quella particolare categoria di locazioni brevi che è quella con finalità turistiche.
Un progetto del genere, così come prospettato, si badi bene, è bene evidenziarlo, non andrebbe in alcun modo a violare le leggi della concorrenza e del libero mercato, atteso che questa start-up innovativa, in una prima fase prevede che i primi clienti vengano alle strutture ricettive proprio attraverso il sistema di prenotazioni ufficiali attualmente esistente che è quello delle OTA che sopra abbiamo indicato. E’ proprio, poi, la seconda fase, quella che risulta essere determinante, atteso che già durante il soggiorno turistico attraverso l’app di cui si è parlato, il cliente viene così fidelizzato e viene invitato al successivo soggiorno vacanziero ad utilizzare l’app stessa, aggirando e non utilizzando più le OTA.
Quali i vantaggi? Costi decisamente più contenuti, se s’immagina che si riesce ad evitare una percentuale di commissioni che può arrivare sino al 35% e sicuri maggiori vantaggi per le economie locali che, poi, non dimentichiamolo, sono proprio quelle del paese che offre le sue bellezze artistiche, culturali, naturalistiche ed altro cioè quelle su cui si struttura il soggiorno-vacanza.
Ma, soprattutto, riteniamo che il maggior vantaggio di questa start-up innovativa risieda proprio nel fatto che, utilizzando una sofisticata tecnologia riesca a “personalizzare” il soggiorno vacanziero, mettendolo in evidenza ed in risalto, ed è proprio per questo che noi crediamo fortemente in essa.
Avv.Luigi Grillo
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